Una pratica sempre più diffusa che nei più piccoli favorisce la concentrazione, l’equilibrio e le relazioni. Un nuovo libro di Terra Nuova Edizioni, dal titolo “Mindfulness per bambini e adolescenti” aiuta gli adulti a trasmettere ai più piccoli l’importanza della consapevolezza e della presenza mentale, per crescere individui più sereni, felici e sicuri di sé”.
Si può insegnare a un bambino a essere pienamente presente all’esperienza del «qui e ora», al momento che sta vivendo nella sua unicità? Non solo la risposta è sì, ma certamente i bambini sono molto più predisposti e pronti degli adulti a cogliere la consapevolezza di ogni singola esperienza, per piccola o quotidiana che sia. È forse la frenesia della vita moderna che li «distrae» dalla loro naturale capacità di non perdere mai il contatto con il presente. Ed è proprio con loro che si possono osservare risultati estremamente positivi con la mindfulness, pratica di consapevolezza che «consente di migliorare e accrescere i loro punti di forza» spiega Christopher Willard, psicologo, docente alla Harvard Medical School nonché autore di Mindfulness per bambini e adolescenti , volume nel quale propone degli esercizi per aiutare i più piccoli a concentrarsi, calmarsi e rilassarsi.
Questa pratica di consapevolezza, «lavoro» mentale che passa anche attraverso le tecniche di meditazione, si sta diffondendo sempre più in Italia e può essere appresa e applicata dai genitori, dai figli, a casa, all’aperto, mentre si svolgono le mille mansioni o le tante attività della vita quotidiana. Una volta apprese le tecniche di base, mamme e papà possono condividere momenti di grande efficacia con i loro figli, uscendone con un’energia nuova. «Dopo aver lavorato per anni insieme agli adulti, quando ho iniziato a svolgere il mio lavoro di psicoterapeuta con i bambini sono rimasto stupito dalla loro apertura mentale e dall’intensità della loro curiosità» spiega Willard.
Tatto, divertimento e costanza
«Anche se in un primo momento i bambini dovessero mostrare resistenza e scetticismo, non bisogna mollare»prosegue Willard. «L’obiettivo è “piantare i semi della consapevolezza”, come dice Thich Nhat Hanh, e presentare questa pratica come uno strumento utile e giocoso. Inoltre, invece di cercare di incastrarla tra i mille impegni quotidiani, bisogna farla diventare un appuntamento regolare della giornata da aspettare con impazienza. È importante la costanza, è come allenare un muscolo: bisogna farlo con regolarità per mantenerlo in forma e potrebbe volerci un po’ di tempo prima di iniziare a notare i benefici».
«Quando insegno la mindfulness ai bambini, inizio ricordando i “sei punti del linguaggio consapevole” di Chogyam Trungpa: